Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Trento, 25 gennaio 2010 I fatti di Rosarno, il tiro a segno all’immigrato, la rivolta dei braccianti neri, il loro allontanamento. Episodi traumatici che impongono una riflessione ampia e profonda, ben oltre il fatto di cronaca. Troppo a lungo, troppo facilmente e superficialmente abbiamo accettato il luogo comune facilone e dimesso di: ”Italiani brava gente”. L’Italia, alleata del terrore nazista, con lo status di paese cobelligerante ottenuto dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, e per la lotta, ancorché minoritaria, ampia, coraggiosa e decisa, dei partigiani resistenti, evitò, a differenza della Germania, la resa senza condizioni e un processo come quello di Norimberga. Evitò così anche di guardarsi allo specchio, di conoscere e rendere conto per intero delle proprie colpe e complicità, di rielaborare la propria memoria senza veli ed oblio. Ancora oggi, a differenza di quanto avviene per i cittadini tedeschi, gran parte della storia anche recente, del nostro passato, è ignorata e colpevolmente occultata. Angelo del Boca, voce nel deserto, ha lottato contro il muro del silenzio e del negazionismo per aver accesso a documenti d’archivio e far conoscere i crimini di guerra, soprattutto in terra d’Africa, commessi dalle truppe italiane di occupazione. Il documentario “Fascist Legacy”, acquistato nel 1991 dalla RAI, non è mai stato trasmesso. Il film “Il leone del deserto” sulla guerra coloniale in Libia, con un cast d’eccezione: Irene Papas, Rod Steiger, Antony Quinn, Gastone Moschin, Raf Vallone, venne proiettato a Trento nell’ ’87; la serata fu interrotta dalla Digos che denunciò gli organizzatori per vilipendio delle Forze Armate e mai più rappresentato.La guerra coloniale italiana in Libia Nell’ ottobre 1911 oltre 4 mila deportati civili giungevano nelle colonie penali in Italia. I primi 2975 sbarcarono il 29 ottobre alle Isole Tremiti: bimbi in tenera età, donne e persino un vecchio di 90 anni. Nei tredici lager del Sud-Bengasino e della Sirtica vennero internati 100mila libici. 40 mila morirono di stenti e per le frequenti decimazioni per impiccagione. Nel 1936, quando venne imposto il giuramento di fedeltà al fascismo, su 1213 docenti universitari, solo 12 si rifiutarono. Nel 1938 , il governo inviò a tutti i professori universitari un questionario da compilare ai fini della classificazione razziale: tutti gli interpellati risposero. L’unico intellettuale non ebreo che rifiutò di compilarlo fu Benedetto Croce, che spedì una lettera in cui scrisse sarcasticamente: ”Ricevo qui il questionario che avrei dovuto rimandare prima del 20, in ogni caso, io non lo avrei riempito, preferendo di farmi escludere come supposto ebreo”. Era l’anno di massima popolarità e consenso al regime, conseguenza della proclamazione dell’Impero e delle leggi razziali, dopo la conquista dell’Etiopia conseguita con l’uso di gas, iprite e fosforo su combattenti, popolazioni civili, armenti. L’ospedale civile della Croce Rossa, che aveva denunciato di avere in cura intossicati da iprite e ustionati da fosforo, venne deliberatamente bombardato per ritorsione e per zittire le denunce da lì diffuse. 22-12-1935, dott. Steer: “per la prima volta un popolo che si ritiene civilizzato usa i gas tossici contro un popolo che ritiene barbaro”. Dott: Shuppler: “Ho l’onore di portare a vostra conoscenza che il 14 gennaio 1936 delle bombe a gas sono state usate dagli aviatori italiani”. Dott. Melly: “Tra il 7 e il 22 marzo nella regione di Ascianghi curammo dai due ai trecento casi di ustione da iprite”. Tra il 15 e 30 dicembre 1935 venne attaccato l’ospedale della Croce Rossa svedese a Malca Dida. Restò ucciso il medico, 42 ricoverati colpiti da iprite, 50 fra infermieri e ricoverati rimasero feriti. Complessivamente vennero sganciate 2121 bombe all’iprite, per un totale di 500 tonnellate. Il 19 febbraio 1937 ad Addis Abeba il vicerè Graziani scampa ad un attentato. In pochi giorni mette a ferro e fuoco la capitale. Camicie nere e civili sterminano un numero imprecisato di etiopi: 6000 secondo osservatori stranieri, 30.000 per la storiografia etiopica. I due giovani cospiratoti eritrei, Mages Asgedom e Abriha Deboch, cercarono rifugio nel monastero di Debre Lebanos. Giunti nella zona del santuario, Graziani telegrafò a Maletti: “Passi per le armi indistintamente tutti i monaci, compreso il vicepriore. Maletti si trovò davanti circa 5000 persone e fece una selezione. Le vittime furono oltre 2000: monaci, sacerdoti, diaconi, pellegrini e il vicepriore. La conquista fu celebrata con la popolarissima canzoncina “Faccetta nera”. Allora non si usava ancora, come per Obama, chiamarla “abbronzata”. L’aggressione alla Jugoslavia, seguita alla persecuzione della minoranza slava a Trieste sin dal 1920, procedette con campi di concentramento e sterminio. A partire dal luglio 42 le divisioni italiane svuotarono il territorio in cui operavano formazioni partigiane, deportando le popolazioni in campi di concentramento. Furono attivi 7 campi. Novembre 1942 gen. Orlando: “E’ necessario eliminare :tutti i maestri elementari, tutti gli impiegati comunali e pubblici in genere, tutti i medici, i farmacisti, gli avvocati, i giornalisti, i parroci, gli operai, gli ex militari italiani che si sono trasferiti dalla Venezia Giulia dopo il 28 ottobre 1922 ,data dell’avvento del fascismo”. 11 luglio 42 gen. Robotti: “Il mancato rastrellamento di donne, specialmente di insegnanti di scuole medie ed elementari, ha prodotto cattiva impressione. Il nostro nemico è costituito dall’intelligenza di Lubiana”. Gen. Robotti: “E’ da presumere che il provvedimento di internamento riguarderà esclusivamente donne, bambini e vecchi, in quanto gli uomini validi o sono già con le bande, o ad esse si aggregheranno al momento della realizzazione di questo programma”. Dal rapporto destinato ai comandi militari e redatto da un ufficiale medico: “Premessi i dati surriferiti e la sproporzione tra le calorie di consumo e quelle della razione alimentare assegnata, si hanno casi di edemi da fame sui quali trovano facile innesto altre malattie, che infatti colpirono in due mesi (settembre-novembre) il 65% dei detenuti. Risposta del gen. Gambara il 17-12.42: “Logico ed opportuno che campo di concentramento non significhi campo di ingrassamento. Individuo malato = individuo che sta tranquillo”. Il villaggio di Podhum, sopra Fiume, venne incendiato, oltre cento civili fucilati, i sopravvissuti deportati. Noi abbiamo subito Boves, S. Anna di Stazzema, Marzabotto. Abbiamo però anche inflitto ad altri pari orrori. L’ “Archivio della memoria “fu scoperto dal giudice Infelisano solamente nel 1994 in uno sgabuzzino della procura nel Palazzo Cesi, con l’apertura verso il muro. Conteneva un archivio con 695 fascicoli riguardanti crimini di guerra commessi sul suolo italiano da nazisti e fascisti, da Acerra a Trieste e nei Balcani, occultati dopo la guerra. Le leggi razziali non riguardarono solo gli ebrei: naturalmente ne furono le vittime più colpite. Regio Decreto n°880 del 1937: “E’ vietato il matrimonio degli italiani coi sudditi delle colonie africane”. Il 5 agosto 1938 viene pubblicato il “Manifesto della Razza”. Al paragrafo 10: “I caratteri fisici e psicologici degli italiani non devono essere alterati in nessun modo. Il carattere puramente europeo degli italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla civiltà degli ariani”. Sostituite “caratteri fisici e psicologici” con tradizione, cultura, radici cristiane. “Extra - europeo” con extra- comunitario. (All’epoca non esisteva ancora la Comunità Europea, altrimenti……?)Non ho mai letto oppure udito definire uno svizzero, un canadese, uno statunitense, come extra - comunitario. Basta per favore, piantiamola. Negli anni del “miracolo economico” abbiamo immagini d’archivio di città industriali del Nord le cui case esibivano la scritta “Non si affitta ai meridionali”. I lavoratori stranieri in Italia concorrono per l’11% alla formazione del PIL. Versano 7 miliardi di contributi INPS (e dato che non percepiscono pensioni, pagano le pensioni ai nostri anziani). I titolari di aziende sono 165 mila e danno lavoro a mezzo milione di persone, anche di nazionalità italiana. Pagano tasse per 13,2 miliardi, pari al doppio della spesa sociale dello Stato, che a loro destina però solo il 2,4%. L’82% dei lavoratori stranieri hanno fatto la dichiarazione dei redditi. Alla fine del 2007 gli stranieri assicurati all’INPS erano pari al 92% di tutta la popolazione straniera censita dall’ ISTAT. Pur rappresentando solo il 10% della forza lavoro, sono vittime del 16,7% delle morti sul lavoro. La metà degli immigrati ha un diploma di scuola superiore o di laurea. I lavori che svolgono sono ancora nel 95% dei casi non qualificati. Gli immigrati regolari delinquono non più dei cittadini italiani; diverso il caso dei clandestini: questa è quasi una tautologia dato che la stessa clandestinità è diventata reato. In Gran Bretagna si ottiene la cittadinanza con cinque anni di residenza legale. In Francia cinque anni, che si riducono a due per i laureati. Germania, otto anni, che si riducono a sette con dei “corsi di integrazione”. Stati Uniti, cinque anni meno 90 giorni dalla data di richiesta. Spagna, 10 anni, tempo ridotto a 2 anni per paesi ibero–americani ed ex colonie (come dire in Italia :2 anni per Albanesi, Etiopi, Eritrei, Somali, Libici). La guerra di Indipendenza Americana fu combattuta al motto: “Nessuna tassazione senza rappresentanza.(no taxation without rapresentation)”, E pure : “La tassazione senza rappresentanza è tirannide.” I lavoratori stranieri pagano contributi INPS, fanno la dichiarazione dei redditi, pagano le tasse. Secondo i principi della democrazia liberale (non del buonismo, dell’ umanitarismo, della ideologia di sinistra), ripeto liberale, hanno il sacrosanto diritto di votare, cittadinanza o meno. Per finire vorrei ricordare a chi oggi lucra politicamente su diffidenza e paura degli stranieri, incurante di dati, statistiche, coerenza, di volta in volta islamici, neri, cristiani albanesi, slavi, rumeni, rom, sinti italiani, variamente e volutamente mescolati e confusi, si proclama insieme liberale e cristiano: non è un suggerimento, una raccomandazione, il precetto è sotto il titolo “ Giudizio Finale”. Che significa criterio dirimente fra dannazione e salvezza. Per chi è veramente credente “Ero nudo e mi avete vestito, ero affamato e mi avete sfamato, ero assetato e mi avete dato da bere, ero STRANIERO e mi avete ospitato” (Matteo – 25,31). La domanda sorge spontanea: che cosa facciamo noi “italiani brava gente “, di buona memoria, per loro? Lucia Coppola |
LUCIA COPPOLA |
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